Per un porto più “pulito” e a basso impatto ambientale

Green & Clean Port

Un working seminar sui temi dell’autosufficienza energetica, l’ecosostenibilità e l’efficienza

 

          Palazzo Rasponi, Piazza Kennedy – Il giorno 17 maggio 2017, presso Palazzo Rasponi, si è tenuto il seminario sulle strategie di sviluppo sostenibile per il porto di Ravenna. Il porto rappresenta per la città un punto molto strategico e per questo motivo la Regione Emilia-Romagna ha finanziato due progetti di ricerca industriale in una ottica di sostenibilità socio-economica: Ravenna GreenPort e Clean Port. Un’importante peculiarità del nostro porto è la privatizzazione delle superfici, perché è necessaria la collaborazione con le aziende – che spesso manca – per poter attuare la riconversione energetica installando impianti fotovoltaici sui capannoni che ricoprono l’area portuale, non solo per questioni ambientali ma anche economico-produttive.

          Vincenzo Antonucci, responsabile del progetto GreenPort insieme a Luca Laghi, ha parlato di economia circolare, ottima per il porto privato di Ravenna, degli studi di mobilità effettuati con sensori per valutare gli automezzi e le tipologie dei motori e del relativo inquinamento, del piano di mobilità all’interno del porto per l’utilizzo di veicoli elettrici come i Bus CNR. A proposito di questi ultimi, si è pensato di aggiungere una cella combustibile ad idrogeno per ricaricare le batterie a bordo, in modo che abbiano un’autonomia di 20-24h.

Un altro problema trattato riguarda il consumo delle navi ferme in porto e come possibile soluzione è stata proposta la fornitura di energia elettrica – come servizio a pagamento – per ricaricare le navi, in modo da ridurre l’inquinamento e aumentare la mobilità elettrica.

Le fasi del progetto di ricerca GreenPort si suddividono in: raccolta dati, analisi, elaborazione e dimostrazione, con l’obiettivo di valutare il fabbisogno energetico dei soggetti portuali e di sensibilizzare lo sviluppo sostenibile. È stato illustrato il piano di lavoro, incentrato sull’approccio con le aziende, e la mappatura dei consumi con le relative ipotesi di ottimizzazione e la raccolta dei consumi aziendali per avere gli indicatori energetici dell’area portuale.

Il professor Alfredo Liverani, responsabile del progetto CleanPort, ha parlato di ricerca, innovazione e sostenibilità per le città marittime. Gli obbiettivi del CleanPort sono la progettazione e i test di prototipi in scala ridotta di motori navali basati su tecnologia LNG (Liquified Natural Gas), la progettazione di sistemi di produzione, compressione, liquefazione e stoccaggio di LNG per utenze navali a spostamenti brevi e la sostituzione del cold ironing per agganciare i sistemi a bordo ad una grossa centrale elettrica. Il cold ironing riguarda lo spegnimento dei motori delle navi in porto, a fronte di un supporto elettrico fornito in banchina. Il Green ironing è la proposta di alimentazione a LNG per le unità navali in manovra e in sosta in porto, in modo da tenere accesi i motori ma con bassissimo impatto ambientale.

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I vantaggi del LNG sono le infrastrutture elettriche non troppo costose, l’adattamento della motorizzazione (che quindi non comporta la sostituzione di essa) e la possibilità di produrre gas naturale da biomasse, che contribuirà alla riduzione della quota energetica non rinnovabile. Gli svantaggi, invece, sono legati alla necessità di rifornimento di LNG in banchina, all’installazione di serbatoi a bassa temperatura a bordo e alle norme più complesse per l’impiego di LNG a bordo e in banchina. L’LNG, combustibile a basso impatto ambientale, è già stato applicato in campo terrestre per i trasporti pesanti su gomma (negli USA e in Europa). Un grosso problema da risolvere è poi rappresentato dallo stoccaggio a bassissima temperatura (-130°), dalla complessità tecnica dei serbatoi e dall’esigenza di riscaldare il gas per essere bruciato.

Come prototipo in scala è stato proposto il moto traghetto Baleno – RA 3770, che ha un’operatività media di 33000 attraversamenti/anno e una lunghezza di 35,5m. Tra le ipotesi di trasferimento vi è la realizzazione di 4 aperture sul ponte di coperta per consentire l’installazione dei serbatoi LNG e di 4 portelloni smontabili per un costo totale degli investimenti di 500mila €, compresa la trasformazione dello scafo, dei serbatoi e la conversione dei motori che dovrebbero garantire l’autonomia di una settimana.

Per quanto riguarda la Logistica portuale, Andrea Bardi dell’Istituto Trasporti e Logistica, ha parlato dell’aspetto del porto di Ravenna che è un porto canale con 26 terminal, quindi con una grande capacità di stoccaggio, è un porto rinfusiero di import con una crescente importanza dei container. Inoltre ha sottolineato la crescita del 10% da tre anni a questa parte dei treni utilizzati ad infrastruttura invariata.

E’ poi intervenuto Francesco Bragagni, che rappresenta la Marcegaglia S.p.A., il quale ha evidenziato l’importanza dello stabilimento metallurgico in termini di grandezza e in quanto più importante polo logistico ed intermodale per tutte le attività della sua filiera produttiva.

Durante la tavola rotonda a conclusione dei lavori, il dottor Andrea Gentile, presidente di Assologistica, ha sottolineato quanto sia fondamentale avere un apparato ferroviario efficiente per competere con gli altri porti europei ed ha evidenziato il problema della navi ferme in porto che hanno la necessità di tenere i motori accesi. Questo accentua il problema dell’inquinamento all’interno dell’area portuale: pertanto è stato proposto per Ravenna un progetto pilota che consiste nel fornire energia elettrica alle navi attraccate in porto, in modo che possano spegnere i motori durante la sosta e ridurre così l’impatto ambientale.

Il dottor Alberto Rebucci, presidente ARPAE, è intervenuto in relazione al trasporto merci via nave, considerato il più sostenibile dal punto di vista ambientale rispetto agli altri tipi di trasporto. Tuttavia, l’ambiente portuale rappresenta un coacervo di contraddizioni di carattere ambientale, ad esempio le emissioni di polveri fini (in questi anni calate, ma pur sempre consistenti), gli scarichi gassosi, ecc. La grande sfida è rendere il porto più sostenibile dal punto di vista ambientale e il programma del dr. Gentile (sostenibilità energetica) va in questa direzione.

 

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