LA TELEVISIONE COME TRAMITE TRA GUERRA E SPETTATORE

La guerra è un fenomeno che fa ormai parte della vita dell’uomo da migliaia di anni. Da sempre si sa quanto essa sia terribile, sia per i vinti che per i vincitori, sia per i combattenti che per gli inermi. Essa però è recentemente venuta a contatto con la televisione, un sistema di distribuzione dell’informazione molto potente. Da qui nasce il saggio “Televisioni di guerra. Il conflitto del Golfo come evento mediatico e il paradosso dello spettatore totale” di Antonio Scurati, professore di sociologia della comunicazione e dei processi culturali presso l’Università di Napoli. Nel saggio viene presa in esame la nascita del profondo rapporto tra guerra e televisione mediatica, avvenuta durante la guerra del Golfo. Attraverso i canali di comunicazione la guerra, combattuta in terre lontane e precedentemente riportata grazie a foto e brevi reportage, diventa uno spettacolo in diretta continua, giorno e notte, come normale evento della quotidianità. Con le nuove tecnologie di telecomunicazione, chi si trova davanti allo schermo della televisione diventa spettatore di uno show mediatico finalizzato agli ascolti, che priva l’evento reale delle proprie emozioni. Quali rapporti si instaurino tra lo spettatore televisivo e la guerra reale e che cosa di essa lui percepisca o gli venga fatto percepire dai media sono gli argomenti fondamentali presi in esame da Scurati, trattandoli con profonda professionalità ed intensa oggettività. Un’analisi molto attenta e puntigliosa su ogni caratteristica e fenomeno dell’argomento, molto dettagliata e precisa sulle fonti e sull’uso del linguaggio. Un saggio interessante ed assolutamente attuale, immancabile lettura di chiunque voglia approfondire le proprie conoscenze sul mondo moderno.

Rossi Lorenzo, 5^AEN

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