Erasmus+, un’esperienza entusiasmante!
Intervista a uno dei fortunati ragazzi che vi hanno partecipato
Quando si parla di Erasmus+, in pochi sanno bene che cosa s’intende. Il progetto, avviato nel 1987 dall’Unione Europea, dà la possibilità a uno studente europeo di effettuare, in una scuola straniera, un periodo di studio che lo formerà soprattutto culturalmente e socialmente.
La nostra scuola è da diversi anni che aderisce a questa iniziativae cerca da sempre di coinvolgere il maggior numero di studenti possibile. Oggi avremo la possibilità di parlare e discutere con un nostro coetaneo, Giuliano, che è da poco tornato dalla settimana che lui e altri quattrostudenti hanno trascorso in Romania. Accompagnati dallaprofessoressa Elettra Stamboulise dal professoreIgor Giussani, sono partiti il 6 marzo scorso da Ravenna e atterrati la sera stessa a Sibiu, città al centro del Paese.
- Ciao Giuliano, grazie della disponibilità. Come hai passato la settimana in Romania?
Ciao ragazzi, e grazie di avermi chiamato per quest’intervista! Ho passato benissimo la settimana di vacanza-studio, grazie! È stata un’esperienza straordinaria!
- Come mai hai deciso di iscriverti al progetto Erasmus+?
Ho deciso di iscrivermi a questo progetto anzitutto perché amo viaggiare e mi affascina avere la possibilità di interagire con realtà, culture e persone diverse.
- È bella la Romania? Sicuramente molte persone non la conoscono…
Non so dirvi quanto sia bella tutta la Romania, ma Sibiu è sicuramente una città magnifica.
A partire dall’architettura degli edifici (molto tradizionali e caratteristici), arrivando al clima di tranquillità e sicurezza che si percepisce nel girare per le strade: le persone sono molto aperte, amichevoli, gentili ospitali e sempre disponibili. Gli unici edifici che ho visitato sono stati il castello di Bran (il castello di Dracula) e i monumenti della città di Brasov, e posso sicuramente affermare che sono due luoghi molto belli in cui purtroppo ho trascorso solo qualche ora.
- Dopo essere stati a scuola, come passavate i pomeriggi e le serate?
Tutte le mattine ci riunivamo a scuola ed ogni giorno facevamo un’attività diversa. Ad esempio, il primo giorno ciascuno dei nove team ha presentato il proprio partito politico (ideato e creato durante gli incontri pomeridiani nelle rispettive scuole, nei mesi prima del meeting); il secondo abbiamo assistito ad un dibattito dimostrativo in quanto il quarto giorno ne avremmo dovuto fare noi uno vero e proprio, dopo il quale abbiamo avuto un incontro con la sindaca della città. Il mercoledì (terzo giorno) lo abbiamo dedicato interamente alla gita al castello di Bran e alla visita della città di Brasov. I pomeriggi invece li abbiamo trascorsi in vari modi in quanto tempo libero. Solitamente facevamo un giro per il centro e una volta siamo andati a giocare a bowling;un’altra abbiamo fatto un tour guidato dai ragazzi (di circa 1 ora), un’altra ancora saremmo dovuti andare in un centro sportivo ma io, Alex (il ragazzo che mi ha ospitato)ed altri coetanei siamo andati in un caffè.La sera del primo giorno siamo tornati a scuola per una festa, mentre le altre sere molte persone seguivano i loro host che li portavano in giro per la città.Il martedì siamo andati quasi tutti nello stesso Irish Pub che verso le 23.00si trasforma in discoteca. Giovedì invece io, Alex, un suo amico, una delle ragazze spagnole e la sua host ci siamo trovati a casa del ragazzo che ospitava gli spagnoli, dove abbiamo passato il tardo pomeriggio e la serata assieme.
- Le aspettative che avevi prima di partire sono state rispettate?
Non so dire quali aspettative avessi esattamente, ma sicuramente quest’esperienza non le ha soddisfatte, ma di più.E non scherzo! Nessuno di noi voleva tornare a casa, e non parlo solo a nome di noi italiani ma di tutti i ragazzi di tutte le nazioni che hanno partecipato al meeting.
- Che principali differenze hai notato rispetto alla scuola italiana?
Dunque, sicuramente il livello di insegnamento e istruzione che danno i professori e ricevono i ragazzi: per quanto non lo abbia vissuto, immagino che il loro rapporto sia come quello dei giocatori verso l’arbitro nelle partite di rugby, il che è una cosa molto positiva. Fra i ragazzi c’è complicità, fiducia e rispetto, non solo a parole ma anche a gesti e fatti.
Anche a livello strutturale sono molto più avanti di noi: qui siamo all’età della pietra mentre in Romania la sicurezza e l’estetica della scuola sono a livelli ben diversi. Nei corridoi vi sono telecamere, all’entrata personale di sicurezza, banchi nuovi in ogni aula, parquet in tutto l’edificio, ambienti ristrutturati e ben tenuti, eccetera…
- Consiglieresti di vivere quest’esperienza a coloro che non vi hanno ancora partecipato?
Sì, assolutamente sì. È un’esperienza unica che apre la mente ad altre realtà del mondo e che ti permette di conoscere ed interagire con persone fantastiche. Ti fa riflettere e alle volte cambiare idea rispetto ad una certa civiltà. Non saprei come esprimere a fondo quello che penso; so soltanto che lo rifarei all’infinito! Grazie mille ai professori che mi hanno accompagnato e alle belle persone che ho conosciuto!
- Grazie mille Giuliano per averci concesso l’opportunità di sapere di più su questo progetto!
Grazie a voi ragazzi per avermi chiamato! Buon proseguimento!!
Mattia Mingarini e Nicolò Volterra, 3^A Elettronica