Perdonami, Leonard Peacock – Matthew Quick
Leonard, il giorno del suo diciottesimo compleanno, decide di uccidere il suo migliore amico d’infanzia Asher e
subito dopo di suicidarsi utilizzando una pistola nazista regalatagli dal nonno. Prima di farlo però vuole lasciare qualcosa alle persone a cui tiene di più: il suo vicino di casa con cui ha coltivato la passione per i film in bianco e nero di Humphrey Bogart; un ragazzino iraniano che suona il violino nell’auditorium dopo scuola, momenti di cui l’unico spettatore è Leonard; Lauren, la figlia del pastore, per cui Leonard si è preso una bella cotta; ed infine Herr Silverman, il suo professore di storia dell’Olocausto, l’unico a cui sembra veramente che importi dei propri studenti.
Leonard non vuole diventare adulto, perché quando decide di saltare la scuola e indossare giacca e cravatta per “esercitarsi a fare l’adulto”, prende la metropolitana insieme a decine di persone che vanno a lavorare, le osserva e nessuno di loro sembra essere felice, nemmeno quando devono tornare a casa.
“È come se tutti gli adulti che conosco odiassero il proprio lavoro e anche la propria vita.”
Non odia soltanto gli adulti, ma anche i ragazzi della sua età, gli “übercoglioni”. I suoi genitori non aiutano a migliorare la situazione: suo padre se n’è andato quando Leonard era piccolo e sua madre vive in un’altra città con il suo nuovo compagno ed è ossessionata dal lavoro. Ma tra un flashback della sua infanzia e una battuta di Bogart, Leonard ci fa capire che ha bisogno solamente di qualcuno che gli stia vicino e contemporaneamente trasmette un messaggio di speranza molto significativo: anche se la prospettiva di un futuro migliore sembra irrealizzabile, bisogna resistere.
“Io voglio credere che la felicità sia possibile, magari più in là nella vita, anche per le persone inclini alla tristezza.”
Personalmente ho trovato questo libro molto interessante e penso che la storia riesca a prendere il lettore come pochi libri riescono a fare. Consiglierei questo libro ai ragazzi che magari si immedesimano in Leonard che alla fine capisce che non bisogna smettere di sperare nel futuro, ai genitori, per far comprendere loro che i ragazzi vedono gli adulti come ciò che diventeranno e cosa potrebbero pensare se a loro non piacesse ciò che vedono, e infine lo consiglierei ai professori, che capirebbero come si sentirebbero gli studenti davanti a un insegnante come Herr Silverman.
“Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci.”
Luca Ponceta 3BIN