Il Sistema concentrazionario nazista

Lunedì 22 Ottobre, le classi 4Bei e 5Aei si sono recate nell’aula “Ceci” del nostro istituto per assistere alla conferenza, dal titolo “Il Sistema concentrazionario nazista”, tenuta dal professor Giuseppe Masetti dell’Istituto Storico della Resistenza di Ravenna.

Con Sistema concentrazionario nazista si intende l’imprigionamento e lo sfruttamento, messo in atto dal nazismo, che inizialmente coinvolse solo oppositori politici ma che, successivamente, venne esteso a minoranze formate da: zingari, ebrei, omosessuali ed invalidi. Tutto ciò ebbe inizio per volere di Hitler in quanto egli intendeva creare una patria di sole persone di pura razza ariana; tale pensiero maturò in seguito alle sanzioni territoriali ed economiche imposte alla Germania dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. Come già anticipato, i primi campi nacquero con l’intenzione di rieducare i prigionieri oppositori politici e qualche minoranza. Successivamente, con l’emanazione delle leggi razziali del 1935 e a seguito dello scoppio della Seconda Guerra mondiale, il numero dei campi aumentò esponenzialmente su tutto il territorio del Reich aprendo le porte a tutte quelle minoranze che non rientravano nel canone dell’uomo perfetto ariano. Gradualmente si passò dai lavori forzati allo sterminio dei prigionieri. I metodi di sterminio cambiarono dalla fucilazione alle camere a gas. Fu una scelta di comodo per limitare i danni psicologici nell’esercito tedesco e per ridurre le spese. Infatti, grazie alle camere a gas, il problema economico venne risolto ed aumentò l’efficacia delle esecuzioni. Venne creata anche una fitta rete ferroviaria, all’interno dei territori controllati dai nazisti, per facilitare il trasporto dei detenuti verso i campi.

Bisogna fare attenzione nel distinguere i vari tipi di campo:

  • campo di concentramento (es. Dachau): campo di prigionia e lavori forzati;
  • campo di sterminio (es. Vernichtungslager): campo il cui unico scopo era di uccidere i prigionieri al loro arrivo o poco dopo;
  • altri campi, come Auschwitz, sia di concentramento sia di sterminio.

Ad oggi non sono rimaste molte prove delle brutalità commesse poiché i nazisti, capendo che stavano perdendo la guerra, tentarono di distruggere i campi per non lasciare alcuna traccia.

Al termine della conferenza è stato lasciato uno spazio a noi studenti per chiarire alcuni dubbi. L’incontro si è concluso suscitando in ognuno dei presenti diversi punti di riflessione su cui soffermarsi anche in futuro.

                                                                                                     Masotti R., Gobbi A., Brancato R., Campanini P. – 4BEI

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