STRASBURGO: il PARLAMENTO EUROPEO

Nel contesto del progetto legato al “Viaggio della memoria” in Alsazia – Lorena, in data 24 ottobre, noi studenti della 5AEI insieme ad un gruppo di altri 15 studenti dell’ITIS di Ravenna e ad una rappresentativa dell’ITIP di Faenza, abbiamo avuto l’opportunità di recarci in visita presso la sede del Parlamento Europeo situata a Strasburgo, in Alsazia. Esternamente la struttura si mostra imponente e all’avanguardia, in modo da rendere il giusto onore a ciò che rappresenta. Il tutto è valorizzato ancora di più dalle bandiere presenti all’ingresso (una per ogni Stato dell’Unione) che sventolano maestosamente, accompagnate dalla fredda brezza mattutina.

Appena entrati siamo stati accolti da un funzionario che ci ha spiegato non solo il funzionamento e lo scopo del Parlamento Europeo, ma anche l’importanza di ogni figura professionale che vi lavora. Ci ha fatto comprendere che lavorare presso la sede di Strasburgo non significa solamente essere un deputato o comunque partecipare alla vita politica. Per capire ciò è sufficiente pensare agli interpreti e ai traduttori, figure che sono a dir poco fondamentali e indispensabili per garantire la comunicazione tra i deputati di ogni Stato membro UE.

Si è poi parlato anche della storia dell’Unione Europa dal suo inizio quando, negli anni Cinquanta, con la C.E.C.A (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio), i Paesi aderenti si unirono sul piano economico e politico immettendo materie prime come Carbone e Acciaio in un mercato comune. Questi Paesi furono il Belgio, la Francia, la Germania, l’Italia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi. Detto ciò, di seguito è stato fatto un rapido accenno alla CEE (Comunità Economica Europea) tramite la quale venne istituito il “Mercato comune”, giungendo fino ai giorni nostri in cui l’Unione conta ben 28 Paesi.

Fondamentale in questo excursus è stato il passaggio in cui è stato sottolineato come l’Unione Europea abbia garantito la pace, in quanto eccezione ai tempi della guerra, e come, sempre grazie all’Unione, questa oggi sia la quotidianità.

Di seguito abbiamo riflettuto sull’ubicazione della sede. Una posizione, quella scelta, che fa pensare dato che la regione francese in cui sorge è stata a lungo contesa tra la Germania e la Francia stessa. I continui “passaggi di proprietà” che ci sono stati da metà ‘800 fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale (1945, quando l’Alsazia è diventata definitivamente francese), hanno segnato questa parte della Francia che ha sempre mantenuto una doppia cultura, fortemente influenzata sia da una nazione che dall’altra. Strasburgo è un luogo certamente “adatto”, quindi, per ospitare la sede del Parlamento Europeo che nel suo agire concilia e soddisfa, o almeno ci prova, le richieste e le esigenze dei ventotto Stati membri.

Il lavoro che in questo luogo viene svolto non è certamente facile e privo di intoppi, come si è potuto verificare grazie alla visita effettuata. Infatti, anche se l’idea e la speranza è quella dell’unità tra tutti gli Stati, è inevitabile che qualcuno sia insoddisfatto. Ed è a questo punto che nascono divergenze che possono poi portare a vari dibattiti, anche piuttosto accesi, tra tutti i deputati rappresentativi ognuno della propria nazione, come è successo durante la plenaria a cui abbiamo assistito nell’emiciclo che accoglie fino a 751 deputati, ma che nel giorno della visita non era pieno nemmeno per metà.  Nello specifico, la plenaria che era in corso riguardava argomenti piuttosto delicati, ma anche molto discussi, da cui derivano problemi abbastanza importanti che sono emersi soprattutto negli ultimi anni: Brexit, immigrazione e crisi italiana. Il dibattito si è aperto con un avvertimento all’Italia per quanto riguarda il governo e la scarsa fiducia da parte del Parlamento Europeo. Poi si è cominciato a discutere della Brexit e a confrontare la posizione dei deputati britannici con quella di tutti gli altri: già da qui si è potuta notare una grande spaccatura e divisione tra le varie opinioni. Naturalmente tale divisione è data dal fatto che alcuni vedono la Brexit come un qualcosa di positivo mentre altri no. Su questo ultimo punto di vista si è argomentato a lungo, considerando soprattutto le conseguenze che l’uscita dall’UE del Regno Unito provocherebbe. Successivamente la discussione è passata al tema dell’immigrazione: c’è chi pensa che sia necessario chiudere le frontiere e chi la pensa esattamente in modo contrario, portando nuovamente a dibattiti e divergenze che devono cercare di essere colmate.

L’impressione generale, che rimane più impressa nella mente di chi visita questa “grande macchina” e assiste al suo funzionamento, è che nel complesso ci sia parecchia insoddisfazione circa gli obiettivi fissati e che, secondo alcuni deputati, questi non si riescono a raggiungere per un’incapacità di agire che può attribuirsi ad alcuni deputati (ovvero Stati) o addirittura al Presidente del Consiglio Europeo, nonostante l’idea stessa di unione da cui è nata, appunto, l’Unione Europea, mettendo in chiaro che purtroppo non tutti sono disposti a sacrificare qualcosa per il bene comune.

In ogni caso, è stato molto interessante ed affascinante partecipare e vedere in prima persona quello che succede nel luogo dove si decidono le sorti dell’Unione Europea e quindi dove si prendono decisioni di importanza rilevante. È stato bello osservare come funziona nella realtà tutto ciò che fino a questo momento abbiamo potuto osservare e studiare solo sulle pagine dei libri.

 

Bernabini L., Casieri G.P., Cavalieri D’Oro F., Cestara R., Gamberini M., Romagnoli L., Scarpellini A., Zavoli S. – 5AEI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *