STUDIARE PER CONOSCERE! UN AUGURIO DI BUON ANNO SCOLASTICO!
La prima volta che sono entrato nell’aula magna del Liceo Classico “Dante Alighieri” di Ravenna, nell’afoso settembre del 1995, non ho potuto fare a meno di notare la scritta che, a caratteri cubitali, campeggiava sopra il banco destinato ai relatori: “FELIX QUI POTUIT RERUM COGNOSCERE CAUSAS[1]”. A quel tempo, da inesperto e sbarbato studente in procinto di iniziare la scuola superiore, mi colpì soprattutto la solennità di quelle parole…il significato profondo di quel concetto però, lo avrei capito solo più tardi negli anni. Posso dire ora, da insegnante ormai navigato, di aver compreso il senso di quello che faccio ogni giorno entrando in aula, proprio attraverso quelle parole di Virgilio. Il grande poeta latino infatti, ritiene fortunato colui che ha potuto riconoscere la causa delle cose e definisce beato chi sa elevarsi oltre la mentalità e i pregiudizi del volgo, spaziando in un’atmosfera superiore. La vera sapienza è infatti definita da Virgilio in questo modo: “Cognitio rei per causas[2]”. Cosa inseguiamo ogni giorno durante le lezioni se non le possibili risposte ai nostri dubbi? Non è forse lo scopo dello “stare” a scuola, sia per noi insegnanti che per gli alunni, conoscere la “causa delle cose”? Cosa ci spinge dunque a investire così tante energie nello studio e chi ci aiuterà nella virgiliana ricerca della causa ultima del sapere? La risposta, con ogni probabilità, soggiace ancora, da tempo immemore, nascosta dalle polveri del tempo e coperta da un sottile manto da disciogliere e disvelare, nella figura omerica di Ulisse, uomo dalle straordinarie capacità d’ingegno e alfiere della curiosità più irrefrenabile, senza dubbio portatore sano di quella strabiliante “tecnè” propria dell’uomo sin dai tempi più remoti che, senza accorgercene, viviamo e pratichiamo ogni giorno nel nostro caro istituto, per l’appunto, “tecnico”. Ulisse, così come noi, curioso si applica e costruisce, inventa, sperimenta, gioca, studia, ride e irride, così come ci si aspetta dall’uomo che ha fatto di sé miglioria, che ha approfondito “la causa delle cose”. Così anche Dante, eterna e paterna guida, tanto da essere chiamato per nome da noi alunni e insegnanti, unica eccezione tra i più austeri letterati fattisi “cognomi”, quali il titanico e cupo Alfieri o il ribelle guerriero dallo spirito mai domo Foscolo, ci guida in un sentiero per certo intricato, ma straordinariamente affascinante e ricco di veri talenti; bisogna addentrarsi a poco a poco nella selva oscura della curiosità, magari iniziando con un facile romanzo proposto dal docente o chiedendosi perché tale soluzione tecnica sia meglio dell’altra. La scuola è avventura tra i meandri del conoscere, è un viaggio straordinario nella passione e nella mente dell’uomo, attraverso lo spazio siderale da incubo dei buchi neri, fino alla straordinaria policromia di luci della tecnologia digitale, passando per le navi di Colombo e la complessità di una infinitesimale molecola chimica. Nel costante bombardamento mediatico cui tutti siamo sottoposti, fatto di “fake news”, non ci dovrà allora sconvolgere, nella nostra ricerca della “causa delle cose”, il sapere che anche il Sommo cadde in una malevola notizia, credendo con grande fiducia in uno dei più grandi falsi della Storia! (chiedete delucidazioni ai vostri Prof! La fake news, come noterete è sempre dietro l’angolo, quasi come l’Inquisizione Spagnola!). E’ proprio lo studio dunque che, sostenendoci nello sviluppare un pensiero critico, ci aiuta a districarci nei gironi infernali della modernità, a pensare, ragionare e a mettere in relazione le “cose” che ci circondano. Virgilio si sarebbe forse stupito di assistere al ripetersi del suo messaggio per bocca di un uomo oltre la modernità, famoso per il marchio della mela “mozzicata” che, al cospetto degli studenti californiani, sostenne la necessità per l’uomo di essere sempre affamato di sapere. Auguro dunque a tutti un anno di dubbi, curiosità e domande, che non metta fine a quella voglia di “conoscere la causa delle cose” che il buon vecchio zio Virgilio cercava tra un albero di melograno e uno sguardo placidamente rivolto alla straordinaria bellezza dei nostri paesaggi. Abbiate cura delle piccole cose e cercate la passione per la conoscenza nelle minuzie e nei dettagli. Buon anno scolastico.
Prof. Matteo Bendandi.
[1] Cfr. Publio Virgilio Marone, Georgiche, II, 489.
[2] Tradotto in italiano: “Conoscenza delle cose attraverso la causa”.